mercoledì 14 novembre 2007

Liber[al]ismo

Se la sinistra italiana mi sembra un bordello, la destra italiana mi sembra una discarica (mi riferisco ai rappresentanti non ai rappresentati, tra cui esiste gente degna di rispetto).
Orbene, pur ammettendo che nelle discariche spesso finiscono oggetti non meritevoli di finirvi, scelgo il bordello, visto che proprio sono costretto a farlo, se non altro puzza meno, ci si diverte e s’incontrano persone di scarsa virtù, quindi assai piacevoli da frequentarsi.
Scherzi a parte, la sinistra ha un merito: almeno a parole non considera il liberismo panacea d'ogni male. Perché questo è il peccato originale di certa destra, ancor più del criptofascismo. Con la semplice eliminazione di due lettere (AL) il liberismo intende astutamente scippare al liber[al]ismo il carisma conquistato in due secoli di lotte.
Ma io non casco nel tranello; il liberalismo è un’idea condivisibile, il liberismo invece è un termine ambiguo sotto cui spesso si nasconde il più becero veterocapitalismo o, peggio, la vecchia, insaziabile, devastante, multimillenaria “logica del profitto”.

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