lunedì 11 maggio 2009

Lettera inviata a Ostellino e relativa risposta

Egregio Direttore,
Il Suo pregevole elzeviro, apparso in data odierna alla pag. 51 del "Corriere", m'ha indotto a una riflessione, laddove Ella rammenta che l'"Economist", a suo tempo, giudicò Berlusconi unfit to govern quest'entità geografica (non del tutto inesatta definizione di Metternich) nella quale mi trovo costretto a vivere.
Non sta a me - uomo qualunque e di limitato bagaglio culturale - stabilire se il periodico inglese avesse ragione, però una domanda me la sono posta: non sarebbe forse il caso di rovesciare i termini della questione?
In altre parole mi pare che una non trascurabile maggioranza di connazionali sia very fit to be governed dal Cavaliere, e ciò, a mio avviso, spiegherebbe molte cose, o sbaglio?
Voglia scusarmi l'intromissione e accettare i miei più distinti saluti.
Non sbaglia, la riflessione è corretta. Ostellino

lunedì 27 aprile 2009

Attacco ai managers

Per un trentennio e più pennivendoli, gossipari, scribacchini ignoranti, pubblicitari e simile mercanzia hanno mitizzato la figura del manager: un individuo bello, spregiudicato, collezionista di costosissimi "status symbols", di cortigiane d'alto bordo, di vetture da sogno, frequentatore di lussuosi "resorts" nelle più prestigiose località di villeggiatura e di "tre stelle" della Guida Michelin, bevitore di Brunello come fosse acqua di pozzo, giocatore di golf nei circoli più esclusivi... e chi più ne ha più ne metta (ma quando mai un soggetto simile trova il tempo per lavorare?)
Questo, almeno, nell'iconografia giornalistica e pubblicitaria.
Innumerevoli volte sono state tessute le lodi d'un bene mobile o immobile, immancabilmente seguite dalla frase: "per il manager che..."
Innumerevoli poveri di spirito hanno come loro massima aspirazione quella di diventare manager... MA DE CHE?
Il tutto senza che fosse chiaro in che modo il manager si procurasse i mezzi per condurre un simile tenore di vita.
Adesso è chiaro, purtroppo per noi e per i (non pochi) manager corretti e gran lavoratori, ingiustamente sputtanati da quelli scorretti e dall'indecente mitizzazione che ne è stata fatta.

giovedì 16 aprile 2009

El mal desmentegón

Noi veneti chiamiamo il terremoto “El mal desmentegón” nel senso che il male arriva, colpisce a tradimento, la gente rimpiange ciò che ha perduto, ricostruisce e quindi, passata la buriana, dimentica e tutto torna alla normalità... fino alla prossima infausta occasione.
La terra veneta fu colpita da forti sismi ma chi credete che se ne preoccupi? Acqua passata...
Invece il terremoto non si sa né quando né quanto colpirà, ma d’una cosa si può stare certi: tornerà senz’altro a colpire laddove ha già colpito e, forse, colpirà anche laddove, a memoria d’uomo, non ha mai colpito.
Per esempio, se affermo che un forte movimento tellurico colpisce la zona dello stretto di Messina ogni cent’anni circa, riporto una realtà documentata e inopinabile; peraltro riterrei avventato sostenere che un’analoga sventura non colpirà mai la zona – che so – di Nuoro ritenuta asismica.
Eppure, anche in zone molto ballerine, la gente dimentica presto, troppo presto perché, vedete, questo è il paradosso e il guaio: l’Italia è un paese ad alta sismicità... ma non troppo.
Non è come il Giappone o la California, dove continui tremori rammentano alla popolazione che il “mostro” è sempre vivo e pronto a colpire, per cui ci si organizza onde evitare (non sempre riuscendoci) gravi conseguenze e s’impara a convivere con il flagello, grazie anche alla grande disponibilità (almeno fino all'attuale crisi) di fondi "ad hoc".
Da noi il terremoto colpisce spesso, ma non tanto da rendere il cittadino consapevole di quanto rischia perché, per le brutte cose (come, ad esempio, per il fascismo) l’italiano medio ha la memoria molto corta o non ne ha affatto.
Allora ecco una mia modesta proposta.
A Berlino esiste il mozzicone della Kaiser Wilhelm Gedaechtniskirche, il rudere d’una chiesa conservato tale e quale per rammentare a chi lo vede le tragedie che la città dovette patire per colpa della guerra e del nazismo. Servirà di monito? E fino a quando? Ai posteri l’ardua sentenza, ma intanto il monumento lì è e lì rimane.
Ebbene io penso che nelle zone colpite da gravi catastrofi si dovrebbe conservare, tale e quale, una testimonianza di tali catastrofi, magari una casa diroccata, un muro sbreccato, un semplice cumulo di macerie su cui i posteri possano deporre fiori e leggervi una lapide che rammenti loro l’evento.
Forse servirà a poco ma non è un provvedimento costoso per cui “se po’ fa’”.

mercoledì 15 aprile 2009

Citazione di "Spider Blade" dal blog di B. Grillo

Questa m'è proprio piaciuta: la trovo una definizione scarna, precisa e giustamente spietata. Complimenti!
Italiani = popolo di pecoroni con il mutuo e tanti debiti, che lavorano 12 ore al giorno per 1200 euro al mese, con mogli in fila alla posta, con la Smart parcheggiata in seconda fila, con un figlio obeso dentro che gioca alla Playstation e un'altra più grande, rimasta a casa, che vuole fare il provino per AMICI, mentre la nonna ascolta Radiomaria e dice che Berlusconi è una brava persona.

giovedì 9 aprile 2009

Citazione da Leopardi

Sogliono essere odiatissimi i buoni e i generosi perchè ordinariamente sono sinceri e chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata del genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina. In modo che più volte, mentre chi fa male ottiene ricchezze, onori e potenza, chi lo nomina è strascinato in sui patiboli.

martedì 31 marzo 2009

Citazione di Martin Lutero

La superstizione, l'idolatria e l'ipocrisia percepiscono ricchi compensi, mentre la verità va in giro a chiedere l'elemosina.

domenica 4 gennaio 2009

Citazione dal film "Ran" di Akira Kurosawa


Masayuki Yui: Perché gli dei si divertono a guardare gli uomini uccidersi come vermi, senza intervenire? Anche gli dei e Buddha sono impotenti davanti alla follia degli uomini, che cercano la sofferenza invece della gioia e continuano a ripetere sempre gli stessi errori...