Ho recentemente rivisto “Il fiore delle Mille e una notte”; ebbene, non so quanto Pasolini si sia attenuto al testo originale, ma l’impressione sugli Arabi ricavabile dal film è che, ai tempi di Harun-Al-Rashid, si trattasse di un’etnia tutt’altro che intollerante, violenta, bigotta, sessuofoba, inaffidabile e masochisticamente fatalista (quale, salvo eccezioni, m’appare oggi) e ciò risulta confermato anche da storici degni di questo nome.
Del resto è noto quanto il califfato di Cordoba sia stato un faro di cultura nell’Europa dei secoli bui e basta visitare l’Andalusia per convincersene. Perché dunque, dopo la “Reconquista”, gli Arabi hanno conosciuto un declino, un’involuzione da cui non riescono tuttora a risollevarsi? (O, forse, non hanno voglia di farlo)?
Secondo me una delle ragioni è perché, del Corano, alla gran massa venne e viene propinata solo la parte peggiore, se non un’immagine distorta (come accadde, del resto, anche per le nostre Scritture).
Ho inoltre il sospetto che, in larghi strati delle masse arabe, l’umiliazione della “Reconquista” non sia stata ancora assimilata e che, nelle “madrasse”, taluni pretacci oscurantisti, barbuti e inturbantati non si limitino solo a spiegare che “Allah è grande”, ma da secoli inculchino nelle giovani menti loro affidate, il germe del revanscismo più oltranzista (d’accordo, anche i fascistelli nostrani non si sono ancora rassegnati alla sconfitta, ma, vivaddio, sono passati solo sessant’anni, non ottocento!)
Il colonialismo ha poi completato la frittata, soprattutto quello franco/inglese; mi risulta infatti che, non per nulla, il Duce e il Führer godessero di grande popolarità tra le masse arabe, e questo la dice lunga.
Perciò ritengo che, al di là di talune incontinenze verbali, la Fallaci avesse ragione: il conflitto di civiltà è in atto o, quantomeno, il rischio che esploda è reale e da non sottovalutare, tanto più che l’Islam viene usato come mezzo per veicolare intolleranza e oscurantismo dagli Arabi verso altre etnie seguaci della stessa religione.