giovedì 15 novembre 2007

Il comunismo è morto

Non nutro alcun dubbio, fino a prova contraria, circa il fatto che il comunismo è morto.
Quanto a una certa “mentalità bolscevizzante" che, secondo alcuni agit-prop berlusconisti, sopravvivrebbe tuttora, gli unici rappresentanti che vedo sono, oltre a qualche politicante in cerca di visibilità, alcuni sparuti manipoli di squatters piantagrane, inconcludenti e perdigiorno, i quali contano meno di niente (se non per Fede, al quale sono funzionali onde render verosimile l’abusato stereotipo dei comunisti “brutti, sporchi e cattivi”).
Peraltro anche a destra vedo (e li vedo coi miei occhi, alcuni li conosco personalmente: la mia bella città è stata, per cinque lunghi anni, malgovernata da una giunta destrorsa) gente ideologicamente antitetica, ma intellettualmente, eticamente e antropologicamente affine alla summenzionata ciurmaglia, solo che questi soggetti hanno la scaltrezza d’adottare abbigliamenti e comportamenti da cicisbei, il che conferisce loro un “look” tanto perbenista quanto caro alle tardone preda di senili prurigini per il Cavaliere.

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