giovedì 21 febbraio 2008

Chi s'indebita...

Chi s'indebita per il superfluo prima o poi dovrà indebitarsi per l'indispensabile.

martedì 12 febbraio 2008

Dal Vangelo secondo Matteo, capo V

Penso che molti, invece d'esibirsi davanti alle telecamere in segni di Croce, genuflessioni, baciamenti di anelli prelatizi e via dicendo, farebbero bene a rileggere questo passo del Vangelo secondo Matteo
"5 - E quando pregate, non fate come gli ipocriti, i quali hanno piacere di pregare nelle sinagoghe o negli angoli delle piazze, per essere veduti dagli uomini. In verità vi dico, han già ricevuto la loro ricompensa.
"6 - Ma tu, quando vuoi pregare, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa.
"7 - E quando pregate, non moltiplicate vane parole, come i pagani che credono di essere esauditi a forza di parole.
"8 - Non siate simili a loro, perché il Padre vostro sa di che cosa avete bisogno, prima che gliela chiediate.
"9 - Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli..."
da IL SANTO VANGELO, Edizioni Paoline, Roma, 1980

domenica 3 febbraio 2008

La politica "da osteria"

Cito a memoria (quindi posso sbagliare) un gustoso passo tratto da un vecchio libro, "Candele gialle per Parigi" scritto dal grande e dimenticato Bruce Marshall e ambientato in Francia alla vigilia dell'invasione nazista:
"Il locale era pieno di fumo e di gente intenta a bere, a governare Francia, Germania, Inghilterra e a dire merde".
Secondo me questo quadretto descrive con mirabile sintesi l'essenza di quella che io chiamo politica da osteria e che, sempre secondo me, non è meno dignitosa e meno sensata della politica ufficiale, almeno nell'Italia d'oggigiorno.
La "politica da osteria" è già tale nelle osterie, ovviamente: però in democrazia bisogna convincere i molti per averne i voti e i molti sono più in grado di capire i ragionamenti da osteria che quelli raffinati (però il raffinato sen. Andreotti di voti ne raccoglieva ugualmente; il fatto è che i metodi della politica sono cambiati e, da come la vedo io, la cosa ha dato discutibili risultati).
Da qui una certa politica proposta dalla televisione, nuovo tipo d'osteria (molto meno simpatica, purtroppo).
Quasi sempre poi s'indicano i fini, sui quali sono tutti d'accordo (a parole), piuttosto che i mezzi per raggiungerli. Chi non vorrebbe contemporaneamente una diminuzione del carico fiscale e un miglioramento dei servizi pubblici? Il problema non è formulare lo scopo da raggiungere, il problema (grosso problema, soprattutto in Italia, e non da ieri) è indicare i mezzi per ottenerlo.

Citazione con postilla

"... in Oriente il governo poggia non tanto sul consenso o sulla forza quanto sulla generale passività, abulia e beozia, che concedono ingiusto potere a una minoranza."
Da "I sette pilastri della saggezza" di T. E. Lawrence, capitolo LXXXIV, XXII ed. Bompiani, nov. 2004, pag. 562.
Domanda personale: solo in Oriente e solo ai tempi di Lawrence d'Arabia?

Il debito pubblico


Ricorrendo alla vecchia carta millimetrata ho recentemente elaborato - sulla base di dati dedotti dal "Corriere della Sera" - un grafico rispecchiante l'andamento del debito pubblico in percentuale sul PIL, a partire dal 1965.
Il risultato m'è sembrato molto significativo e conferma un’impressione che ebbi già all’inizio degli oramai remoti anni ‘80, e cioè che il “sistema di potere” (chiamiamolo così, tanto per semplificare, senza riferimenti specifici a chicchessia) dell'epoca sia stato colto da una sorta di delirio d’onnipotenza e abbia perso la tramontana - facendola altresì perdere a una percentuale non trascurabile di cittadini - nonché il controllo dei conti pubblici, i quali, negli ancor più remoti anni ’70 (anni di piombo, d'inflazione a due cifre, ma con tassi di sviluppo attorno al 7 %), erano stati tenuti in qualche modo a bada a suon di maxi e mini “stangate”, “aggiustamenti”, “una tantum”, e via dicendo: tutte cose che ben ricordo.
Adesso i nodi sono venuti al pettine e, ancorché qualche raro esponente del "sistema di potere" cerchi faticosamente di recuperare il ben dell'intelletto nel generale marasma, la maggioranza dei cittadini brancola sempre più nel buio temendo, a ragione, di precipitare nell’abisso.