Noi veneti chiamiamo il terremoto “El mal desmentegón” nel senso che il male arriva, colpisce a tradimento, la gente rimpiange ciò che ha perduto, ricostruisce e quindi, passata la buriana, dimentica e tutto torna alla normalità... fino alla prossima infausta occasione.
La terra veneta fu colpita da forti sismi ma chi credete che se ne preoccupi? Acqua passata...
Invece il terremoto non si sa né quando né quanto colpirà, ma d’una cosa si può stare certi: tornerà senz’altro a colpire laddove ha già colpito e, forse, colpirà anche laddove, a memoria d’uomo, non ha mai colpito.
Per esempio, se affermo che un forte movimento tellurico colpisce la zona dello stretto di Messina ogni cent’anni circa, riporto una realtà documentata e inopinabile; peraltro riterrei avventato sostenere che un’analoga sventura non colpirà mai la zona – che so – di Nuoro ritenuta asismica.
Eppure, anche in zone molto ballerine, la gente dimentica presto, troppo presto perché, vedete, questo è il paradosso e il guaio: l’Italia è un paese ad alta sismicità... ma non troppo.
Non è come il Giappone o la California, dove continui tremori rammentano alla popolazione che il “mostro” è sempre vivo e pronto a colpire, per cui ci si organizza onde evitare (non sempre riuscendoci) gravi conseguenze e s’impara a convivere con il flagello, grazie anche alla grande disponibilità (almeno fino all'attuale crisi) di fondi "ad hoc".
Da noi il terremoto colpisce spesso, ma non tanto da rendere il cittadino consapevole di quanto rischia perché, per le brutte cose (come, ad esempio, per il fascismo) l’italiano medio ha la memoria molto corta o non ne ha affatto.
Allora ecco una mia modesta proposta.
A Berlino esiste il mozzicone della Kaiser Wilhelm Gedaechtniskirche, il rudere d’una chiesa conservato tale e quale per rammentare a chi lo vede le tragedie che la città dovette patire per colpa della guerra e del nazismo. Servirà di monito? E fino a quando? Ai posteri l’ardua sentenza, ma intanto il monumento lì è e lì rimane.
Ebbene io penso che nelle zone colpite da gravi catastrofi si dovrebbe conservare, tale e quale, una testimonianza di tali catastrofi, magari una casa diroccata, un muro sbreccato, un semplice cumulo di macerie su cui i posteri possano deporre fiori e leggervi una lapide che rammenti loro l’evento.
La terra veneta fu colpita da forti sismi ma chi credete che se ne preoccupi? Acqua passata...
Invece il terremoto non si sa né quando né quanto colpirà, ma d’una cosa si può stare certi: tornerà senz’altro a colpire laddove ha già colpito e, forse, colpirà anche laddove, a memoria d’uomo, non ha mai colpito.
Per esempio, se affermo che un forte movimento tellurico colpisce la zona dello stretto di Messina ogni cent’anni circa, riporto una realtà documentata e inopinabile; peraltro riterrei avventato sostenere che un’analoga sventura non colpirà mai la zona – che so – di Nuoro ritenuta asismica.
Eppure, anche in zone molto ballerine, la gente dimentica presto, troppo presto perché, vedete, questo è il paradosso e il guaio: l’Italia è un paese ad alta sismicità... ma non troppo.
Non è come il Giappone o la California, dove continui tremori rammentano alla popolazione che il “mostro” è sempre vivo e pronto a colpire, per cui ci si organizza onde evitare (non sempre riuscendoci) gravi conseguenze e s’impara a convivere con il flagello, grazie anche alla grande disponibilità (almeno fino all'attuale crisi) di fondi "ad hoc".
Da noi il terremoto colpisce spesso, ma non tanto da rendere il cittadino consapevole di quanto rischia perché, per le brutte cose (come, ad esempio, per il fascismo) l’italiano medio ha la memoria molto corta o non ne ha affatto.
Allora ecco una mia modesta proposta.
A Berlino esiste il mozzicone della Kaiser Wilhelm Gedaechtniskirche, il rudere d’una chiesa conservato tale e quale per rammentare a chi lo vede le tragedie che la città dovette patire per colpa della guerra e del nazismo. Servirà di monito? E fino a quando? Ai posteri l’ardua sentenza, ma intanto il monumento lì è e lì rimane.
Ebbene io penso che nelle zone colpite da gravi catastrofi si dovrebbe conservare, tale e quale, una testimonianza di tali catastrofi, magari una casa diroccata, un muro sbreccato, un semplice cumulo di macerie su cui i posteri possano deporre fiori e leggervi una lapide che rammenti loro l’evento.
Forse servirà a poco ma non è un provvedimento costoso per cui “se po’ fa’”.
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