lunedì 27 aprile 2009

Attacco ai managers

Per un trentennio e più pennivendoli, gossipari, scribacchini ignoranti, pubblicitari e simile mercanzia hanno mitizzato la figura del manager: un individuo bello, spregiudicato, collezionista di costosissimi "status symbols", di cortigiane d'alto bordo, di vetture da sogno, frequentatore di lussuosi "resorts" nelle più prestigiose località di villeggiatura e di "tre stelle" della Guida Michelin, bevitore di Brunello come fosse acqua di pozzo, giocatore di golf nei circoli più esclusivi... e chi più ne ha più ne metta (ma quando mai un soggetto simile trova il tempo per lavorare?)
Questo, almeno, nell'iconografia giornalistica e pubblicitaria.
Innumerevoli volte sono state tessute le lodi d'un bene mobile o immobile, immancabilmente seguite dalla frase: "per il manager che..."
Innumerevoli poveri di spirito hanno come loro massima aspirazione quella di diventare manager... MA DE CHE?
Il tutto senza che fosse chiaro in che modo il manager si procurasse i mezzi per condurre un simile tenore di vita.
Adesso è chiaro, purtroppo per noi e per i (non pochi) manager corretti e gran lavoratori, ingiustamente sputtanati da quelli scorretti e dall'indecente mitizzazione che ne è stata fatta.

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