domenica 24 agosto 2008

Lo dice anche Saramago

Secondo alcuni inossidabili liberisti non vi sono più ingiustizie da ripianare o ricchezze da distribuire.
D'accordo, le utopie veterosocialiste di chi avrebbe voluto dare “tutto a tutti dalla culla alla bara”, si sono dimostrate inattuabili o deleterie.
Purtroppo però il pensiero dominante oggigiorno nel nostro paese sembra essere: “siccome non si può dare tutto a tutti, diamo tutto a pochi (i soliti)”, pensiero le cui conseguenze giudico a dir poco rovinose.
Per questo auspico che sull'orizzonte politico appaiano dei veri riformisti (ammesso che ciò sia possibile, visto che tutti blaterano di riforme ma, o non le fanno, o - se le fanno - "pèzo él tacòn del buso" come diciamo dalle nostre parti).
In altri termini, come Saramago penso che “La democrazia come la conosciamo è un sistema vigilato: il potere reale sono le banche e le grandi imprese. I governi, anche quelli di sinistra, sono soltanto i commissari politici del potere reale.” (Dal “Corriere della Sera” del 060504, pag. 37).
Ritengo quindi giusto che un contropotere sensatamente ma autenticamente riformista possa e debba correggere questo stato di cose.
Precisazione: non affermo “lo dice Saramago, epperò è Vangelo”, affermo solo che Saramago, con stringatezza e semplicità superiori alle mie, sostiene tesi da me condivise.

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